Basta un attimo e non ci sei più, ecco cos’è la vita

Lettera di S.

20181104_Anoressia2Oggi pubblichiamo la lettera scritta da S..  Siamo nell’agosto del 2012. S. è appena uscita dall’ospedale dove ha rischiato di morire. Oggi, grazie alla sua tenacia è riuscita a sconfiggere il “mostro” che aveva dentro di se, che la voleva cancellare.  S. è rinata, ha ripreso in mano la sua vita ed ha voluto raccontare di quel periodo. S. è una ragazza che come tutte le sue coetanee affronta la sua realtà quotidiana. Per noi genitori è la conferma che, con il giusto aiuto, al di la’ del tunnel c’è una speranza ed è una speranza di vita, ognuno a suo modo. Grazie S.” 

 

Agosto, 2012

Buio totale/ cara mamma, nonno, nonna, Didi, vi scrivo questa lettera per dirvi certe cose troppo difficile da dire a voce. In questi ultimi anni, ed ora anche peggio, forse, vi ho recato solo dispiacere, dolore, rabbia. E per questo motivo, con le lacrime agli occhi, vi chiedo scusa, scusa per avervi fatto piangere, soffrire. Mi dispiace tanto, ma purtroppo un orribile mostro aleggia dentro me. In realtà, volevo rovinare, distruggere me stessa, una ragazza fragile, inutile, brutta, brutta dentro e fuori. Sento di meritare poco, niente, e faccio difficoltà a trovare un mio piccolo spazio (posto) nel mondo. In questa terribile malattia, la negazione del cibo, il conteggio delle calorie….. sono solo un sintomo, ma in realtà è una malattia dell’anima.
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Anoressia: un grido di dolore per chiedere aiuto!

Pubblichiamo una lettera  di una mamma.

“Sono passati diversi anni e ancora mi ritrovo a lottare con questo mostro: l’anoressia di mia figlia. Ricoveri in comunità, un vortice che cambia completamente la vita. La ragazza solare e spensierata non esiste più ed io impotente davanti alla sua sofferenza cercando in ogni modo una strada che la potesse aiutare e che, in certi momenti, gli salvasse la vita. La paura di sentirmi chiamata in causa come responsabile, perché qui si mette in discussione tutto. Si cerca di capire cosa non quadra nella vita quotidiana che è stata vissuta fino a questo momento, quali sono gli errori commessi da noi genitori. Come ci possiamo sentire? Confusi soli spaventati! Ho passato anni a piangere, a disperarmi, a lottare convinta  che mia figlia potesse guarire o che almeno la situazione potesse migliorare. Ti si crea un vuoto intorno, questa è una malattia che spaventa perché non viene, non viene riconosciuta. Continua a leggere

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Incontro con la IV commissione assembleare permanente “Sanità e Politiche sociali”

Nel mese di dicembre 2015 insieme alla D.ssa Capannelli (Presidentessa Centro HETA), il Dr Roberto Ansuini (coordinatore Sez. Marche Associazione Mi Fido di Te Onlus) abbiamo  incontrato il Dr Ceriscioli (Presidente della Regione Marche), il Dr Fabrizio Volpini (Presidente IV commissione assembleare permanente). Eravamo accompagnati dai consiglieri regionali nostri amici:  Tale’ Federico (componente IV commissione assembleare permanente) e Dr Francesco Giacinti (Presidente I commissione assembleare regionale). Avevamo richiesto questo incontro per sollecitare l’insediamento del “Tavolo di coordinamento regionale sui DCA. Grazie a questo incontro, il 27 gennaio finalmente il Tavolo si è insediato. Finalmente cominciamo a fare sul serio!
Stiamo gettando le basi per creare una struttura di rete sanitaria regionale che si occupi dei malati di DCA, che assisti i malati e le famiglie che entrano in questo tunnel. Continua a leggere

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Rendi cosciente l’inconscio, altrimenti sarà l’inconscio a guidare la tua vita, e tu lo chiamerai destino – Fabiola De Clercq “Fame d’amore” (5/6)

Copertina

Continuiamo la pubblicazione della tesina di Nicole. Dopo il quarto capitolo “Le organizzazioni no-profit: una risorsa preziosa” pubblichiamo il successivo:

FABIOLA LE CLERCQ “FAME D’AMORE

L’anoressia, essendo una patologia conosciuta prevalentemente in tempi moderni è soggetta a continui studi ed analisi all’ interno della letteratura contemporanea. Gli scrittori che si sono occupati di questo argomento sono per lo più psicologi, o comunque persone che hanno vissuto in prima persona questa sconvolgente malattia. Approcciarsi alla lettura di questi libri non è sempre facile, tanto che mi è capitato di non riuscire a portare a termine alcuni di questi, in quanto vedendo scritti quei disagi che io stessa provavo, mi trovavo a dover accettare la realtà, ossia il fatto che ero veramente malata. Il primo libro che sono riuscita a leggere fino all’ ultima pagina si intitola “Fame d’amore“ scritto da Fabiola De Clercq. Continua a leggere

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Rendi cosciente l’inconscio, altrimenti sarà l’inconscio a guidare la tua vita, e tu lo chiamerai destino – Le organizzazoni no-profit: una risorsa preziosa (4/6)

Copertina
Continuiamo la pubblicazione della tesina di Nicole. Dopo il terzo capitolo “Come reagisce l’organismo” pubblichiamo il successivo:

LE ORGANIZZAZIONI NO-PROFIT: UNA RISORSA PREZIOSA

Alcune Organizzazioni che posso sostenere le famiglie e le persone colpite da questa malattia sono le Onlus, ovvero le Organizzazioni no-profit.Le_organizzazioni_noprofit_una_risorsa_preziosa3stato né del mercato. Partiamo dal fatto che gli enti delle Onlus si differenziano principalmente nella loro struttura, distinguendosi per tipologia e status giuridico. I Settori di intervento delle organizzazioni no-profit sono diversi e comprendono l’assistenza sociale, socio-sanitaria e sanitaria, la beneficenza, l’istruzione e la formazione, lo sport dilettantistico, la tutela dell’ambiente, la promozione della cultura e dell’arte, la tutela dei diritti civili e la ricerca scientifica, in modo particolare quella di interesse sociale. Fino ad ora la legislazione italiana ha disciplinato cinque differenti tipi di organizzazioni private che operano senza fini economici con finalità solidaristiche:
1. Le organizzazioni non governative
2. Le organizzazioni di volontariato
3. Le cooperative sociali
4. Le fondazioni ex bancarie
5. Le associazioni di promozione sociale Continua a leggere

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Rendi cosciente l’inconscio, altrimenti sarà l’inconscio a guidare la tua vita, e tu lo chiamerai destino – Come reagisce l’organismo (3/6)

Copertina

Continuiamo la pubblicazione della tesina di Nicole. La settimana scorsa abbiamo pubblicato il primo capitolo “Oltre l’anoressia”. Oggi il suo secondo capitolo:

Come reagisce l’organismo

L’ anoressia porta a gravi conseguenze fisiche, in quanto la persona che ne è colpita non assume più cibo che possa permettere un corretto funzionamento di tutti gli organi del proprio corpo arrivando “ a mangiare se stessi “, quindi a consumare le sostanze di cui è costituito il suo organisComeReagisceLorgasnismo1mo. Il primo tessuto a ridursi notevolmente è quello adiposo, poi si indeboliscono i muscoli, provocando una gran sofferenza al fegato e al midollo osseo, che produce il sangue, si riducono le difese immunitarie, con conseguente dimagrimento estremo, disidratazione, diminuita resistenza alle infezioni, debolezza, anemia, che può provocare vertigini e senso di svenimento e decadimento mentale. Continua a leggere

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Eat me

Contributo di Paolo Marconi

EatMe_ImmagineE vorrebbero vivere felici e contenti. Non è detto che ci riescano (forse non è neppure auspicabile, almeno nella dimensione che suggeriscono le favole). Però ci stanno provando. E non hanno vergogna a mostrarsi così come sono ora, in un tempo sospeso, con i loro volti e i loro corpi che testimoniano storie di sofferenza; con le loro parole che raccontano la consapevolezza e insieme l’incertezza, la paura e la speranza. Alza il velo con delicatezza su questo scenario, il suggestivo e toccante documentario di Ruben Lagattolla e Filippo Biagianti, prodotto dal Centro Heta e dalla Fanpia Onlus, sul mondo, ancora troppo poco conosciuto (al di là di tanti luoghi comuni e pregiudizi) dei disturbi del comportamento alimentare, in particolare l’anoressia. Continua a leggere

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Rendi cosciente l’inconscio, altrimenti sarà l’inconscio a guidare la tua vita, e tu lo chiamerai destino – Oltre l’anoressia (2/6)

CopertinaContinuiamo la pubblicazione della tesina di Nicole. La settimana scorsa abbiamo pubblicato la sua introduzione.  Oggi il suo primo capitolo:

Oltre l’anoressia

L’Adolescenza è un’ età di trasformazioni che inizia con la pubertà, ovvero la trasformazione fisica, cognitiva (che coinvolge la sfera dell’intelligenza) e psicologica.
Quest’ultima fa si che nell’adolescente possa verificarsi una crisi di identità; molti ragazzi percepiscono un forte bisogno di autonomia e un cambiamento a livello di autostima, che generalmente tende ad abbassarsi in modo significativo e ciò costituisce certamente una delle principali cause del disagio adolescenziale.
E’ importante in questi casi che la famiglia sia presente, contrastando le idee inefficaci della società.
La crisi d’identità si manifesta attraverso il conflitto tra corpo reale e ideale, che si traduce spesso nel disagio per gli improvvisi cambiamenti fisici e può sfociare in disturbi di carattere alimentare.
Altra importantissima causa del disagio adolescenziale è la crisi che può venire a crearsi all’interno della famiglia, ad esempio nel caso in cui i genitori mostrino scarso interesse nei confronti della personalità del ragazzo, o in presenza di una scarsa abitudine da parte dei familiari di condividere le scelte dei figli.
Una mancata comunicazione o una comunicazione disfunzionale, inoltre, può portare un’adolescente a chiudersi in sé stesso, smettendo di cercare il confronto con i propri cari.
Dal punto di vista affettivo questo disagio si manifesta con un incapacità di esprimere i propri sentimenti ed emozioni. Continua a leggere

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Rendi cosciente l’inconscio, altrimenti sarà l’inconscio a guidare la tua vita, e tu lo chiamerai destino – Introduzione (1/6)

Nicole, unCopertinaa ragazza che ha concluso il percorso di cura presso il nostro centro (“Oltre a…riveder le stelle), lo scorso giugno ha sostenuto gli esami di stato a conclusione del ciclo scolastico della scuola secondaria. Come tema della sua tesina ha deciso di parlare della sua malattia. Con il suo consenso abbiamo deciso di pubblicarla. Un testo, molto emozionante, che ci permette di vedere l’anoressia con i suoi occhi. Oltre l’introduzione sono sei capitoli che pubblicheremo in sei momenti diversi per poter meglio valorizzare il suo scritto.

Oggi inizieremo con la sua Introduzione

INTRODUZIONE

Ho scelto di trattare questo argomento in quanto mi ha toccato da vicino e ho vissuto tutte le sfaccettature di tale malattia, ce l’ ho ancora nella pelle e nel cuore. Non è facile da confessare, ti vergogni ad essere anoressico, anche se in realtà l’anoressia è un grido di dolore estremo, ma muto. Ho pensato che data la sua gravità , la poca conoscenza e la poca importanza che le viene data dalla società, fosse giusto parlarne per farla comprendere meglio a chi non l’ha vissuta in prima persona. Ho deciso di non soffermarmi troppo in definizioni scientifiche o teoriche, ma più che altro sul perché si scatena questo mostro chiamato “Anoressia” e cosa provoca nei sentimenti, nell’ umore, nella vita e nell’ organismo delle persone che ne sono colpite. Vorrei precisare col dire che essa, come tutti i Disturbi del Comportamento Alimentare è una patologia complessa che riguarda solo apparentemente un disagio del corpo e della funzione alimentare, ma ha piuttosto a che fare con uno stato di malessere e difficoltà profonda della persona. L’anoressia ancora oggi colpisce prevalentemente il sesso femminile, circa il 90%, pur essendo in grande aumento negli uomini, insorge nella maggioranza dei casi durante l’adolescenza, anche se l’età di esordio della malattia si sta abbassando e, attualmente, si riscontrano sempre più casi nell’ infanzia e nella pubertà. Continua a leggere

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“Non più briciole” – Alessandra Arachi

Recensione di Elisa Catraro

CopertinaNonPiùBriciole“[…] Comincia con tre polpette al sugo questa storia. Tre polpette di carne di vitello vomitate nel bagno di casa con la porta spalancata. “Anoressia mentale”, sarebbe stata la diagnosi psichiatrica.[…]
Avevo 17 anni quando lessi per la prima volta queste righe. ‘Briciole’, con il suo racconto preciso di un sintomo così invalidante, eppure così affascinante, mi introdusse alla clinica dei disturbi alimentari e portò l’anoressia e la bulimia all’attenzione dell’Italia, soprattutto quando il libro divenne un film trasmesso in prima serata su RaiUno.

“Eravamo a tavola quando Loredana si è alzata di scatto lasciando a metà il suo piatto di spaghetti, senza dire una parola. Era il 12 Ottobre, un venerdì. Nulla è più stato uguale, dopo”.
Ventanni dopo Arachi scrive ‘Non più briciole’, un romanzo che non ha lasciato in me lo stesso entusiasmo del precedente ma che apre sicuramente a varie riflessioni. Questa volta la protagonista è una madre, la cui vita diventa un’unica frenetica ricerca della causa e della ‘soluzione definitiva’ del disturbo alimentare della figlia. Con uno stile che permette una lettura leggera, veloce e mai impegnativa, Arachi racconta non solo di vomito, ossa e ritiro sociale, ma anche di quanto sia prolifera la letteratura in merito, passando dalle autobiografie di ex pazienti alla più che accessibile e chissà quanto attendibile quantità di informazioni sul web. Interessante è la decisione di inserire nella storia romanzata anche un TSO (trattamento sanitario obbligatorio), buttando così lo spunto per una riflessione sul ricovero forzato in caso di un soggetto affetto da disturbo alimentare. Continua a leggere

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